Quando si parla di caffè in Italia si pensa sempre al buonissimo caffè napoletano. Lo sapete però che in Veneto ci sono 3 luoghi simbolo del caffè che gli amanti della bevanda non possono assolutamente perdere? Scopriamoli insieme:
MAROSTICA
Marostica è famosa per il suo Castello e per la piazza degli Scacchi dove si gioca ogni due anni la Partita con i personaggi viventi.
Pochi sanno però che uno dei Marosticensi più famosi fu Prospero Alpini, medico e botanico laureato all’Università di Padova, dove poi insegnerà.
Nel 1580 Prospero era al seguito del console veneziano Giorgio Emo in Egitto, dove rimase per quattro anni facendo numerose osservazioni e ricerche sulla medicina e gli usi e costumi di quel paese. Studioso della flora italiana ed esotica, si concentrò in particolare sugli usi terapeutici di una pianta il cui elisir era ricco di proprietà. Osserva Prospero Alpini: “Sia Egiziani che Arabi..… Usano il decotto per rafforzare lo stomaco, per coadiuvare la digestione, ed anche per rimuovere le ostruzioni dai visceri.”
La pianta che stava studiando era il caffè e fu proprio lui a introdurlo per primo nella Repubblica Veneziana!
VENEZIA
A Venezia il caffè divenne subito di moda e nel corso del Settecento sorsero moltissime caffetterie intorno a Piazza San Marco. Il primo in assoluto però fu il famosissimo caffè Florian, dal nome del suo proprietario. Pensate che il caffè Florian è il caffè più antico non solo di Italia, ma d’Europa: aperto nel 1720 quest’anno festeggia i suoi 300 anni! E li porta benissimo!
Tra i suoi tavolini fin dall’apertura, si potevano degustare i migliori caffè e vini provenienti dall’Oriente e tra i suoi frequentatori ci furono tantissimi personaggi importanti come Goldoni, Canaletto e Casanova che proprio li tentava le sue conquiste essendo l’unico locale del tempo che consentiva l’accesso alla donne.
Dalla caduta della Serenissima fino ai moti del 1848 il caffè Florian divenne il luogo di ritrovo simbolo della società Veneziana, dove si cospirò per sovvertire il dominio francese prima, e austriaco poi.
PADOVA
E questo ci porta al terzo luogo, il caffè Pedrocchi a Padova, dalle cui stanze presero avvio i moti risorgimentali a causa del ferimento di uno studente da parte di un austriaco.
Aperto nel 1831 per volere di Antonio Pedrocchi che voleva costruire una caffetteria monumentale, fu progettato in stile eclettico da Giuseppe Jappelli.
Ritrovo di intellettuali e letterati, vi si organizzavano feste, riunioni e si discuteva di affari. Il caffè Pedrocchi è chiamato il caffè senza porte perchè in origine, e fino alla prima guerra mondiale, era aperto 24 ore su 24 per accogliere tutti.
Gaspare Gozzi nel Settecento diceva che un caffè poteva ritenersi “la vera scuola dove fiorisce l’ospitalità…I caffettieri..con ingegnosa diligenza studiano che l’architettura della bottega sia grata all’occhio, e chiamano i pittori e gli intagliatori migliori a decorarne le stanze; e fregi dorati incorniciano lucidi specchi che mentre tu stai a sedere ti mostrano il bulicame di chi va e viene in istrada”.
Cambiano i tempi ma non le abitudini!
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