Alla fine del ‘600 si diffuse la moda della parrucca a Venezia. Questa curiosa abitudine, nata in Francia e diffusasi in tutta Europa, durerà per tutto il ‘700 e diventerà il simbolo di un’epoca. A poco a poco quella che era nata come una necessità per coprire la calvizie, diventerà uno status symbol, segno di nobiltà, ricchezza e potere.
La parrucca: simbolo di un’epoca
In tutte le epoche e civiltà la cura dei propri capelli è sempre stata una costante. Durante il Rinascimento e nei primi anni del ‘600, gli uomini portavano la barba e i capelli corti.
A far scoppiare la moda della parrucca in Francia, centro per eccellenza del buon gusto, fu il re Luigi XIII che si dice volesse nascondere la sua calvizie. Fu con suo figlio Luigi XIV, il re Sole, che la parrucca assunse le forme più strane e divenne un accessorio fondamentale nel guardaroba dei nobili. Inizialmente quindi la parrucca era una moda maschile, che si diffuse solo successivamente tra donne e bambini.
Chi fu il primo a indossare la parrucca in Italia?
Il primo a portare la moda della parrucca a Venezia e in Italia e a diffonderne la moda, fu un nobile veneziano che si chiamava Scipione Vinciguerra di Collalto, che nel 1668 la indossò per fare una passeggiata in piazza San Marco.
Il successo fu immediato e tutti un po’ alla volta in tanti iniziarono ad imitarlo.
Meno contento di questa moda fu il Consiglio dei Dieci, organo potente della Magistratura Veneziana, che ne proibì l’uso ai cittadini della Repubblica e ai nobili in particolare.
Non serve dire che queste leggi servirono a ben poco, tant’è che presto (nel 1701) il divieto si trasformò in una tassa annua, che dipendeva dalla condizione sociale dei cittadini: due ducati per i nobili, mezzo per i serventi.
Di cosa erano fatte le parrucche?
Le parrucche più costose erano ovviamente fatte di capelli veri preferibilmente biondi, ma per chi non poteva permettersele si potevano utilizzare peli di pecora o capra e crine di cavallo.
Nel corso del Settecento si affermò la moda di imbiancare la parrucca cospargendola di cipria. Ecco che a Venezia nacquero numerose fabbriche di “polvere di Cipro”, di cui si faceva gran uso per imbiancare i capelli finti di dame e gentiluomini.
Ancora oggi, vicino a San Marco, si trovano sotoportego e corte nuova della polvere perché qui appunto sorgeva una di queste fabbriche.
Il pouf
Tra le parrucche più bizzarre, e più scomode, c’è il pouf o tuppè, che prese piede a fine ‘700 in Francia alla corte di Maria Antonietta. Era una parrucca da signora che aveva una parte interna in filo metallico imbottita da un cuscino di crine, che poteva essere alta anche mezzo metro sopra il capo e che prevedeva l’uso anche di capelli propri.
I parassiti trovavano qui il loro habitat ideale, come potrete immaginare.
Queste parrucche potevano essere decorate dalle sculture più fantasiose: uccelli, fiori, frutta, ritratti dei propri cari fino a delle navi in miniatura, tutto pur di attirare l’attenzione!
La fine di una moda
Con la Rivoluzione Francese portare la parrucca divenne pericoloso, in quanto era un simbolo del vecchio regime. Questa moda quindi scomparve, prima in Francia e poi nel resto d’Europa, compresa Venezia che nel 1797 perse la sua indipendenza. La fine di un’epoca segnò anche la fine di una moda.
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